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venerdì 6 novembre 2009

Lavoro, scuola, graduatorie, inserimento a pettine...CAOS




Con la trasformazione delle Graduatoria Permanenti in Graduatorie ad Esaurimento, avvenuta nel 2007, le graduatorie furono "chiuse" con l'intenzione di "esaurirle", ossia assumere in tempi relativamente brevi tutti gli iscritti. Contestualmente, fu posta la condizione che i docenti scegliessero definitivamente la provincia di inclusione, non potendo più cambiarla se non inserendosi in coda in una nuova provincia.

Quest'anno, per aumentare le opportunità di lavoro visti gli ingenti tagli al personale imposti da varie circostanze, il Ministero dell'Istruzione ha dato la possibilità di scegliere altre tre province in cui, però, ci si potesse iscrivere esclusivamente in coda.

Migliaia di colleghi, provenienti soprattutto dal sud della penisola, dove le possibilità occupazionali sono ridotte, hanno però fatto ricorso al Tar in modo da ottenere l'inserimento a pettine oltre che nella propria provincia, anche nelle altre tre province indicate in fase di aggiornamento della graduatoria. Tradotto, ciò significa che i docenti precari che da anni lavorano in Friuli si vedranno sorpassare da un numero altissimo di docenti provenienti da altre parti d'Italia. Questi ultimi saranno inseriti in graduatoria con il proprio punteggio e non più in coda, vanificando lo sforzo fatto dai precari del Friuli per raggiungere il ruolo, o, in assenza di esso, almeno il minimo di continuità didattica che si ottiene lavorando per più di un anno di seguito nella stessa scuola (possibilità che si ottiene quando il proprio punteggio è abbastanza consistente da permettere di scegliere la sede di servizio in tal senso).

I dati parlano chiaro, e sono tragici: lo Snals di Udine riporta che il totale degli inseriti in graduatoria nella provincia di Udine è di 3810 docenti precari, e il totale degli iscritti in coda è di ben 5790 docenti. A seconda degli sviluppi della vicenda, il numero degli inseriti "a pettine" potrebbe persino aumentare, letteralmente schiacciando chi da anni lavora in Friuli, e privandoci dei nostri posti di lavoro.

Va sottolineato che ad essere iscritti nelle graduatorie ad esaurimento della provincia di Udine non sono soltanto docenti friulani, ma anche colleghi meridionali che rischiano di vedersi sorpassare dai "nuovi arrivati" dopo avere per anni lavorato qui, magari lontani dai propri affetti. Non si tratta quindi, nel modo più assoluto, di una polemica nord/sud; si tratta invece di una questione di difesa legittima dei propri diritti acquisiti. L'inserimento a pettine dei ricorrenti attuali, e di quelli che potrebbero venire dopo di loro, lede il nostro diritto ad avere un'occupazione, ad esercitare la nostra professionalità nella zona che abbiamo scelto nel 2007, e il nostro diritto di raggiungere l'agognata assunzione a tempo indeterminato.


Francesca Bon
Udine

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