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domenica 19 giugno 2011

Nel turbine della storia

Oggi vi parlo di un opera postuma di quello che secondo me è il più grande reporter della storia, dopo Erodoto: il polacco Kapuscinski

Il libro è sicuramente una pietra miliare all'interno del suo genere . Si tratta di una raccolta di testi e appunti del nostro reporter durante il suo girovagare per il mondo. Abbiamo quindi la possibilità di avvicinarci a una lettura "diretta" e "profonda" del pensiero di Kapuscinski. Un opera che non viene scritta su una scrivania insomma, a mente fredda.

La raccolta contiene una foltissima raccolta di interviste raccolte in un lungo arco di tempo: interviste che mostrano "il film" dei mutamenti geopolitici delle zone calde del nostro pianeta che si trasformano come un punto senza posa.

Ritengo che forse si è un po' esagerato con la quantità e la varietà di interviste presenti: si corre infatti il rischio di fare salti spazio temporali improvvisi e uno sprovveduto non riesce a barcamenarsi in questo plasma dove gli avvenimenti nuotano: forse lo stesso autore sarebbe stato contrario a pubblicare in una sola volta quasi tutto il materiale prodotto. Poco comodo per il lettore. Anche se la curatrice di questo progetto, Krystyna Straczek, nell'introduzione puntualizza che quasi tutte le parti del libro sono state lette e approvate dall'autore stesso.

A parte questa nota critica, NEL TURBINE DELLA STORIA è un libro dedicato a chi ama la storia Profonda, e non solo quella evenemenziale. La storia che ci arriva attraverso una fonte diretta, che non giudica, che guarda il mondo al di la dei pregiudizi di un europeo.

Una delle più grandi finestre insomma, questo libro: Come scrive egli stesso "la maggior parte della mia vita professionale è stata dedicata a osservare il divenire della storia della seconda metà del xx secolo".

E dai suoi appunti, traspare forte solo una prospettiva di speranza e cambiamento proposta nell'ultimo capitolo che possa dare vita a una mentalità policentrica e di rifiuto "dell'etnocentrica mentalità tribale".

giovedì 2 giugno 2011

recensione sul film IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA

Sarò breve e conciso. Il ragazzo con la bicicletta è stato una delusione pazzesca. Un film che ha indotto me e gli altri spettatori a sospiri tipici della noia, mista all'irritazione. All'impazienza...che il film finisse. La tipa accanto a me guardava l'orologio, come gesto stereotipato tipico delle bestie in gabbia...

Montaggio cattivissimo con scene del bambino in bicicletta di durata esagerata. E che nulla hanno a che vedere con il piano sequenza. I maligni potrebbero pensare che si tratta di uno stratagemma per allungare la durata del film, che altrimenti poteva benissimo essere un cortometraggio (e avrebbe reso di più). La mia impressione è stata quella di una trama principale che regge. Ma che viene violentata da delle sottotrame iniziate e mai finite e che sicuramente avrebbero interessato lo spettatore. (una su tutte la relazione col padre...). Dialoghi... Scarni (ottima scelta) ma spesso ATROCI: le conversazioni al cellulare, quelli con la parrucchiera dopo l'interminabile gita in bicicletta...
Colonna sonora ... non pervenuta.
La sensazione è quella di un film fatto in fretta... Ciak da "buona la prima". Che potevano benissimo essere fatti in modo migliore.
Scena finale: vi riporto un commento in sala: " no, dai che merda! Non può finire così..." All'accensione delle luci in sala, guardo in faccia la gente.. Immobili, impassibili.
Sarebbe stato un film più apprezzato se non ci fosse stato il pre condizionamento della partecipazione a Cannes con vittoria del gran premio della giuria. Ecco.. in questo caso ci si aspettava un film di gran lunga superiore al bellissimo Habemus Papam di Moretti
Questa è una mia recensione. Quindi espressione della mia sensibilità artistica. Saluti

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