Procede spavaldo, impettito, e il suo agile veicolo gli trasmette una tranquilla solennità.
Beffardamente sorpassa l'automobilista imbottigliato nel traffico, rattrappito fra schienale e sedile in una regressiva posizione fetale.
Il ciclista è anche un inventore.
Tra una pedalata e l'altra, con i capelli scompigliati dal vento, costruisce e impone la propria dimensione del vivere nella confusione della città:
il mondo, visto dal sellino, appare diverso.
La bicicletta diventa sinonimo di benessere fisico e spirituale, libertà di movimento e di pensiero, fantasia.
Il ciclista può convivere in armonia con il pedone, se questo non è distratto quando attraversa, ma si oppone irrimediabilmente all'automobilista, allo strombazzamento dei clacson e all'inquinamento dei motori, nel tentativo di costruire una città più umana e accogliente.
Didier Tronchet
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